Il 28 aprile 2025 passerà alla storia come il giorno in cui la battaglia tra i due colossi dell’innovazione tecnologica, Elon Musk e Jeff Bezos, si è giocata tra le orbite basse della Terra.
Mentre Amazon celebrava il primo lancio operativo della costellazione Kuiper, con 27 satelliti spediti in orbita da un razzo Atlas V della United Launch Alliance da Cape Canaveral, SpaceX rispondeva con due lanci Starlink nella stessa giornata: 50 nuovi satelliti, di cui 13 equipaggiati per offrire connettività “Direct to Cell”.
📡 Il messaggio di Musk a Bezos? Semplice: sei in ritardo.
Con oltre 7.200 satelliti Starlink già operativi e un ritmo di lanci impressionante (50 nei primi 4 mesi del 2025, di cui 33 solo per Starlink), SpaceX oggi domina incontrastata il mercato dell’internet satellitare.
Ma Bezos non si arrende.
Il progetto Kuiper, portato avanti da Kuiper Systems LLC (sussidiaria di Amazon dal 2019), prevede 3.236 satelliti in orbita entro il 2029, di cui almeno 1.600 entro giugno 2026, pena la perdita delle frequenze. E proprio per rispettare questa scadenza, Amazon ha fatto incetta di vettori spaziali:
- 9 Atlas V
- 38 Vulcan
- 18 Ariane 6
- 3 Falcon 9 (sì, proprio da SpaceX)
🎯 Non c’è spazio per l’orgoglio quando in gioco ci sono miliardi in connettività globale.
📊 Kuiper promette prestazioni avanzate, integrazione nativa con i servizi cloud AWS, e un’attenzione maggiore all’impatto ambientale e astronomico. A giugno 2024 è stato firmato il primo accordo commerciale con DirecTV Latin America, con l’obiettivo di portare internet anche nelle zone rurali più isolate del Sud America.
E l’Europa?
Secondo Giulio Ranzo, CEO di Avio (azienda italiana che produce il lanciatore Vega C), l’Europa deve difendere il proprio comparto aerospaziale con una politica industriale forte, come fanno gli Stati Uniti. Il futuro si gioca anche sul controllo dei lanci. Il nuovo razzo Ariane 6, sviluppato da ArianeGroup per l’ESA, sarà protagonista nel 2026 con un volo che porterà in orbita 34 satelliti Kuiper in una sola missione.
🌐 La corsa allo spazio non è più un sogno futuristico. È business, infrastruttura strategica, geopolitica. E oggi, più che mai, una lotta tra giganti con mezzi (e ambizioni) planetari.