Deficienza artificiale dove ci porterai… Hai mai visto su TikTok uno squalo con Nike blu che canta “trallallero trallallà“?

Ti sembra una cosa normale? E’ il trend inquietante del momento: l’Italian Brain Rot; contenuti AI-generated dove personaggi assurdi come “Bombardiro Crocodilo” e “Ballerina Cappuccina” si muovono su sfondi psichedelici, accompagnati da audio sintetici completamente nonsense e spesso blasfemi.
Il termine “brain rot“, letteralmente “marciume cerebrale“, è stato addirittura eletto parola dell’anno 2024 dall’Oxford Dictionary. Che lo definisce come “Il deterioramento dello stato mentale come risultato dell’abuso di contenuti superficiali”. Dalla TV spazzatura anni ’90 ai reel infiniti di oggi, il concetto si è solo evoluto. Si stava meglio quando si stava peggio.

Parliamo però di business: quello che è iniziato mesi fa come un modello “diseducativo” si è trasformato rapidamente in modello economico.
Già perchè siamo ormai circondati da:

  • Creator che vendono corsi su “come diventare virali con l’AI”
  • Community Discord dedicate allo scambio di prompt per contenuti estremi
  • Un ecosistema che aggira sistematicamente le linee guida delle piattaforme

La domanda non è più “È arte o spazzatura?“. La domanda è: “Quanto tempo manca prima che i brand inizino a sfruttare questa estetica?
Perché quando 3 miliardi di visualizzazioni incontrano l’attenzione della Gen Z, il marketing non può restare a guardare.

Siamo di fronte a una nuova forma di intrattenimento iper trash che modellerà la nostra cultura visiva? Faremo spallucce dicendo “il mondo è bello perchè è vario“? Astenersi complottisti e disfattisti.