Il recente annuncio del ritiro di Warren Buffett dalla carica di CEO di Berkshire Hathaway, previsto per la fine del 2025, ha segnato la fine di un’era. Nonostante la transizione fosse attesa, la notizia ha avuto un impatto immediato sul mercato: le azioni della holding hanno registrato un calo di circa il 5,5%.
Il suo successore? Il 62enne Greg Abel, attuale vicepresidente di Berkshire.
Buffett, che in 55 anni di attività ha trasformato Berkshire Hathaway da una società tessile in una conglomerata da oltre 1.000 miliardi di dollari, continuerà a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione.
Ma dove ha investito di più Buffett in questi decenni?
Le aree preferite dal fondatore hanno seguito una filosofia coerente: aziende solide, con vantaggi competitivi durevoli, management affidabile e capacità di generare cassa nel lungo periodo. Ecco i principali settori e nomi (fonte. Berkshire Report 2024):
- Finanziario e assicurativo:
Buffett ha sempre creduto nel potere della raccolta premi e degli investimenti legati alle assicurazioni. Oltre alle compagnie direttamente controllate da Berkshire (GEICO, General Re), ha investito massicciamente in American Express, Moody’s e Bank of America. - Consumer goods e retail:
Berkshire è il maggiore azionista di Coca-Cola (posizione aperta nel 1988), ed è presente in Procter & Gamble, Kraft Heinz e Costco. La logica? Brand forti, fedeltà dei clienti e margini prevedibili. - Tecnologia:
Pur restando inizialmente lontano dal tech, Buffett ha cambiato idea nel tempo. Oggi, Apple rappresenta la singola posizione più grande in portafoglio, pari a oltre il 40% del valore del portafoglio azionario quotato. - Industria e infrastrutture:
Attraverso BNSF Railway, Berkshire controlla una delle più grandi compagnie ferroviarie americane. Importante anche il ruolo nel settore energetico tramite Berkshire Hathaway Energy, che include utility, rinnovabili e pipeline. - Healthcare e farmaceutico:
Anche se in misura minore, Berkshire ha investito in Johnson & Johnson, Pfizer e DaVita, puntando sulla demografia e la stabilità del settore.
A livello operativo, nel 2024 il principale contributo agli utili è arrivato dal comparto “Other Controlled Businesses”, con 13,07 miliardi di dollari di redditività. Il core assicurativo resta però centrale: lo scorso anno ha prodotto 9,02 miliardi di utili operativi (+66%).
Riuscirà il buon Greg Abel a replicare il successo dell’Oracolo di Omaha? Gestirà al meglio la liquidità pazzesca che si trova in pancia? (parliamo di quasi 350 miliardi di dollari, due spicci).
Curiosità: perchè viene chiamato “oracolo di Omaha”?
Perchè Omaha è il nome della sua città natale negli Stati Uniti, nello Stato del Nebraska, nel Midwest del Paese.