Le grandi banche hanno venduto l’ultimo pezzo del mega-debito da 13 miliardi di dollari usato per finanziare l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk nel 2022.

📉 Lunedì è andata via anche l’ultima tranche: 1,2 miliardi venduti a 98 centesimi sul dollaro.

È la fine di un incubo finanziario per istituti come Morgan Stanley, Bank of America, Barclays e altri quattro colossi.


🔙 Ma che era successo?

Nel 2022, le banche avevano organizzato il prestito pensando di rivenderlo subito agli investitori, incassando commissioni milionarie.

Ma il timing è stato pessimo.

Mercati in discesa. Musk sempre più imprevedibile. Inserzionisti in fuga da Twitter.

Nessuno voleva quel debito.

Per mesi, le banche se lo sono tenute in pancia. Alcune hanno svalutato fino a 65 centesimi per dollaro. Una batosta.

A metà 2024, molti parlavano del “peggior deal dai tempi di Lehman Brothers”.


⚡ Poi però, la svolta.

Con la vittoria di Trump, Musk è diventato un alleato chiave della nuova amministrazione.

Gli investitori hanno ricominciato a scommettere su di lui.

E la fusione tra X e xAI ha cambiato le carte in tavola.

Ora parliamo di una società valutata 113 miliardi. Con Amazon (e altri big) di nuovo tra gli inserzionisti.

📦 Da febbraio 2025, le banche hanno ricominciato a vendere il debito. Un pezzo alla volta.

Fino alla chiusura di lunedì. Missione (quasi) compiuta.

Il punto vero?

Questo non è solo un mero affare che è stato chiuso.

È una lezione.

➡️ Gli equilibri cambiano in fretta. Politica e tecnologia contano quanto i fondamentali finanziari. Oggi più che mai.

➡️ Il social media “in crisi” è diventato un player credibile nell’AI.

➡️ Le banche, pur avendo subito, hanno scelto di aspettare. E forse hanno fatto bene.

Ora Musk vuole raccogliere altri 20 miliardi. A una valutazione ancora più alta.

Questa volta il mercato ci crederà fino in fondo?

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