Le stablecoin sembrano una cosa per super nerd ma non lo sono affatto. Sinceramente non ne leggo molto sui giornali nè sento notizie in tv ma sono già molto diffuse. E anche la banca spagnola sta valutando il lancio di token digitali denominati in euro e dollari oppure l’integrazione di stablecoin esistenti nella sua piattaforma digitale Openbank.

Banco Santander andrebbe a unirsi a colossi come Société Générale (EURCV), Deutsche Bank (ALLUnity) e all’inglese Standard Chartered. Sarebbe il quarto G-SIB (Global Systemically Important Bank – le banche più importanti a livello mondiale) a puntare concretamente sulle stablecoin.

📈 Il mercato delle stablecoin ha raggiunto i 250 miliardi di dollari, con attori come Tether che generano ricavi miliardari da titoli di Stato USA. Per Santander, la componente in dollari potrebbe essere strategica, soprattutto in America Latina, dove la volatilità valutaria rende le stablecoin un’alternativa sempre più richiesta.

Che se tu vai a scavare capisci che il passo è coerente con la traiettoria digitale della banca: investimenti in Ripple, bond digitali su Ethereum già nel 2019, e partecipazione nel network Fnality International per i pagamenti wholesale.

Sullo sfondo, normative più chiare: dal MiCA europeo, all’atteggiamento più favorevole degli USA verso gli asset digitali. Openbank ha già richiesto licenze MiCA per operare in diversi mercati europei.

Il coinvolgimento diretto delle big bank nelle stablecoin è più di una sperimentazione. È un segnale forte: i confini tra finanza tradizionale e digitale si stanno dissolvendo.

Questa transizione va cavalcata, vediamo in quanti seguiranno.