Dalla Borsa di Francoforte (+12,8% dall’inizio dell’anno) a quelle di Parigi (+9,4%) e Londra (+9,6%), passando per i mercati americani (+11% a Wall Street) fino a quelli asiatici e africani, tra mercoledì e giovedì di questa settimana, ben 18 indici azionari hanno toccato i massimi storici.

Il rally di Wall Street trova il suo segreto nei profitti delle aziende delle corporate americane, che hanno superato le aspettative. Con quasi tutte le imprese dell’S&P 500 che hanno riportato i bilanci del primo trimestre, gli utili sono aumentati del 5,4% rispetto al 3,4% previsto a marzo. Il 78% delle aziende ha superato le previsioni, con una sorpresa media positiva del 7,5%.

I settori tecnologici, in particolare le “Magnifiche 7” (Nvidia, Alphabet, Microsoft, Amazon e Meta), hanno guidato questa crescita, compensando le perdite in altri settori come quello sanitario. Senza di loro, gli utili sarebbero diminuiti del 2,4%. Nvidia ha dato il maggior contributo grazie ai chip per l’intelligenza artificiale.

Le prospettive future sono rosee, con previsioni di aumento degli utili del 9,3% per il secondo trimestre e dell’11,1% per il 2024. Tuttavia, alcuni analisti avvertono dei rischi di stockflation e della volatilità dei mercati, evidenziati dal ritorno del trader Keith Gill, che ha riacceso l’interesse per le “meme stock” come AMC e GameStop, segnalando un forte appetito per il rischio tra gli investitori.

Tre sono gli indicatori principali che vengono osservati per valutare se il rialzo del mercato è sano o se c’è troppa euforia e sono:

  1. VIX (Indice della paura): Il VIX misura la volatilità attesa del mercato e indica quanto costa agli investitori assicurarsi contro un ribasso dell’indice S&P 500. Quando supera i 20 punti c’è nervosismo e preoccupazione. Attualmente, il VIX si trova intorno ai 12-13 punti, segnalando un mercato tranquillo e compiacente. Valori così bassi non si vedevano dal 2017-2018.
  2. Spread tra i tassi dei bond high yield e i bond del Tesoro USA: Questo spread misura la differenza tra i rendimenti dei bond ad alto rendimento (junk bond) e i bond del Tesoro USA, considerati privi di rischio. Un basso spread (attualmente a 315 punti base) indica che gli investitori sono disposti a ricevere solo un piccolo extra-rendimento per assumere rischi molto più elevati, segnalando un eccesso di fiducia simile a quello visto prima della crisi del 2008.
  3. Livello di liquidità nei fondi di investimento: Secondo il sondaggio mensile di Bofa Merrill Lynch, il livello di liquidità (cash) nei fondi di investimento è sceso al 4%, il più basso dall’inizio del 2022. Un livello di liquidità basso indica che i gestori di fondi sono quasi completamente investiti nel mercato, il che può essere un segnale di allarme se scende ulteriormente verso i minimi storici del 3,7%.

Come viene detto anche sul Sole24Ore che forse mette le mani avanti: un mercato troppo sicuro di sè?

Tags: