Non credo sia una notizia che possa stupire ma OpenAI sta entrando ufficialmente a Hollywood. La startup americana sarà protagonista con “Critterz”, un lungometraggio animato generato in larga parte dagli strumenti AI, pronto per il debutto nelle sale nel 2026 e con l’obiettivo dichiarato di rivoluzionare i tempi e i costi del cinema.
Critterz: il film AI di OpenAI
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da numerose testate internazionali, “Critterz” sarà prodotto insieme agli studi Native Foreign di Los Angeles e Vertigo Films di Londra. Il budget, inferiore a 30 milioni di dollari, è una frazione rispetto ai grandi blockbuster animati tradizionali, e il film dovrebbe essere completato in appena nove mesi, contro i tre anni di media richiesti per produzioni comparabili. Numeri che in effetti fanno impressione. Il progetto utilizzerà GPT-5 ed evoluzioni della tecnologia DALL-E per il character design, scenari e forse anche sceneggiature, mantenendo comunque il coinvolgimento di doppiatori umani e artisti che integreranno il rendering AI. Critterz nasce dall’idea di Chad Nelson, creative specialist di OpenAI, che aveva già realizzato un corto omonimo nel 2023 (lo metto alla fine del post ma lo trovi anche qui).
Il progetto mira non solo a dimostrare maturità e concretezza delle tecnologie AI nella produzione cinematografica, ma anche a convincere le major di Hollywood che un cambiamento di paradigma è ormai possibile. L’operazione, spinta dalla volontà di replicare quello che fu lo spartiacque segnato da “Toy Story” (che consacrò l’animazione CGI nel 1995), promette una democratizzazione nei processi creativi e una forte riduzione dei costi e delle tempistiche.
L’esempio di Disney, Netflix e lo scenario Hollywood
Nel frattempo, giganti come Disney e Netflix stanno già sperimentando tecnologie AI per la produzione audiovisiva. Netflix sta testando gli strumenti di Runway AI sia per la generazione di video che per l’ottimizzazione degli effetti speciali, mentre Disney monitora l’integrazione della tecnologia, ma con un approccio ancora molto prudente in fase operativa. Questi primi test suggeriscono che l’adozione dell’AI non è limitata a studi indipendenti o sperimentali, ma sta scalando anche tra i grandi player, pur tra resistenze da parte delle organizzazioni di categoria, preoccupate per impatti su lavoro creativo, diritti d’autore e controllo sui contenuti.
La discussione sull’impatto dell’AI in Hollywood è agli albori ed etica, occupazione e proprietà intellettuale sono temi caldissimi attorno a questa rivoluzione.