Un piccolo trafiletto sul Corriere di ieri: Carrefour potrebbe lasciare l’Italia.
Come? Perchè? Il rumor è stato lanciato dal settimanale tedesco Lebensmittel Zeitung che ha parlato di trattative riservate avviate con alcuni operatori europei per vendere la filiale italiana.
Sembra che tra i soggetti interessati ci siano nomi importanti come Lidl, Conad ed Esselunga.
Il Financial Times ne parla in realtà da tempo, raccontando che Carrefour sta valutando la vendita di “mercati non strategici”, fra cui potenziali cessioni in Belgio, Romania, Polonia e Italia. Queste operazioni rientrano nel piano di revisione strategica del gruppo sotto il CEO Alexandre Bompard; Carrefour in Italia aveva per altro già avviato un ridimensionamento, inclusi licenziamenti e chiusure di circa 106 punti vendita tra 2021 e 2023, e l’aumento del ricorso al franchising con centinaia di negozi convertiti.
Nessuna conferma ufficiale per ora, ma il contesto lascia pochi dubbi: il gruppo francese ha chiuso il 2024 in Italia con vendite in calo e perdite significative, e da tempo sta rivedendo la sua presenza nei mercati considerati meno strategici.
Carrefour è solo l’ottava insegna nel Paese, con vendite in calo del 5,3% a €3,63 mld nel 2024 e perdite per €250 mln
Il mercato italiano, descritto come difficile e altamente frammentato, non sembra più così centrale nei piani della casa madre.
Il CEO, Alexandre Bompard, ha confermato che nei prossimi mesi l’azienda sarà “molto attiva” nel rivedere il proprio perimetro internazionale.
Se questa operazione andrà in porto, non sarà solo l’ennesimo cambio di insegna. Potrebbe segnare un passaggio importante nel modo in cui si fa distribuzione in Italia. E anche nel modo in cui i grandi gruppi internazionali decidono dove (e come) restare.
Carrefour prepara le valigie. E il mercato osserva.