Maledetta, maledettissima compliance. La Financial Conduct Authority del Regno Unito ha imposto una sanzione da 21 milioni di sterline a Monzo, uno dei nomi più noti del digital banking europeo. Al centro dell’azione regolatoria: gravi carenze nel sistema antiriciclaggio durante una fase di crescita esplosiva tra il 2018 e il 2020, quando i clienti sono passati da 600.000 a oltre 5,8 milioni.

Le lacune emerse riguardano l’onboarding dei clienti, la valutazione del rischio e il monitoraggio delle transazioni. In alcuni casi, Monzo ha accettato clienti che dichiaravano indirizzi evidentemente falsi — come Buckingham Palace o 10 Downing Street.

Nonostante un’indagine indipendente avviata nel 2020 e le restrizioni imposte per limitare l’apertura di account ad alto rischio, oltre 34.000 conti proibiti” sono stati comunque aperti tra il 2020 e il 2022.

Il CEO TS Anil ha dichiarato che si tratta di problemi del passato, risolti grazie a investimenti significativi in controllo e competenze, ma la multa ricorda, in modo doloroso, l’equilibrio delicato tra crescita e regolamentazione.

Monzo, ora, potrebbe vedere compromessi i suoi piani di espansione e il percorso verso l’IPO.

Questa è la decima sanzione del genere inflitta dalla FCA in 4 anni.Lo scorso anno era toccato a Starling Bank, con una multa da £29M.

La narrativa “prima cresci, poi sistemi la compliance” non regge più e forse non ha mai retto.

Per i player FinTech, non c’è scala senza controllo: i sistemi di prevenzione delle frodi devono essere solidi fin dall’inizio.