
Sembra la solta storia ma in realtà non lo è proprio: Klarna ha avviato negli Stati Uniti un progetto pilota per la sua nuova carta di debito a marchio Visa. Non si tratta solo di un’estensione della sua offerta, ma di un cambiamento profondo: dalla formula “buy now, pay later” a una vera e propria infrastruttura bancaria ibrida.
La Klarna Card integra le classiche funzionalità di una carta di debito con la possibilità di attivare il pagamento in 4 rate o posticipato direttamente al momento dell’acquisto. È una mossa che porta l’esperienza Klarna dal digitale al mondo fisico, su oltre 150 milioni di esercenti nel mondo. Il conto associato è FDIC-insured (conto bancario assicurato dalla Federal Deposit Insurance Corporation, un’agenzia governativa degli Stati Uniti; questa assicurazione protegge i depositi dei clienti fino a 250.000 dollari per depositante, per banca.) e consente trasferimenti in tempo reale, un passo deciso verso il modello delle neobank.
Nonostante i 99 milioni di dollari di perdita netta nel primo trimestre 2025 e un’ondata di allarmismo sui social, la carta ha già raccolto 5 milioni di utenti in lista d’attesa. Il rilascio completo negli USA è previsto entro l’anno, mentre il rollout europeo (UK esclusa) arriverà successivamente.
💰 Zero commissioni? Non proprio.
Klarna definisce la carta “senza commissioni”, eppure le opzioni rateali prevedono costi tra 1 e 3 dollari per transazione, con tassi d’interesse che possono superare il 30%. Una scelta che rompe con la promessa di BNPL “senza sorprese” e potrebbe generare frizioni con una parte della clientela, soprattutto in un momento in cui la sostenibilità del modello è sotto il radar dei regolatori.
Il 62% degli utenti BNPL apprezza poi l’assenza di commissioni: introdurle potrebbe portare a una fuga di utenti, mettendo a rischio la crescita del 33% registrata da Klarna nel mercato USA nel 2024.
L’obiettivo è chiaro: diversificare le fonti di ricavo, aumentare la frequenza d’uso della piattaforma e presentarsi al mercato, in vista di una possibile IPO nel 2026, come un operatore completo, più simile a Chime o Revolut che a un semplice player BNPL.
Se il piano funziona, Klarna potrebbe ridefinire lo standard per le fintech che cercano equilibrio tra crescita, compliance e redditività. Se invece dovesse fallire, sarà il caso di studio di una transizione troppo ambiziosa in un mercato che non perdona leggerezze sul credito.