Con le trimestrali alla mano, i colossi dell’hi-tech statunitense (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Netflix) hanno generato 493,2 miliardi di dollari di ricavi (+14,3% y/y) e 118,5 miliardi di utile netto (+23,4%). Un’accelerazione guidata soprattutto da cloud computing e Intelligenza Artificiale, che sono di fatto gli asset strategici e sempre più monetizzati.

🌩️ Google Cloud +32%
🌩️ Microsoft Cloud +27%
🌩️ AWS +17,5%

Cifre che raccontano di un mercato in salute, dove l’AI non è più solo un tema da convegni o white paper: oggi è un motore concreto di efficienza operativa e redditività. Lo dicono Microsoft, Meta e Alphabet, che hanno visto migliorare i margini grazie all’adozione dell’AI nei prodotti e nei sistemi pubblicitari.

Proprio per questo i big continuano a investire:

  • Alphabet: Capex rivisti a 85 mld
  • Meta: range tra 66 e 72 mld
  • Microsoft: 30 mld solo nel Q1 del nuovo esercizio
  • Amazon: fino a 100 mld nel 2025 solo in AI

Nessuno intende rallentare. Ma, e questo è il punto, il mercato è diventato moooolto più sensibile. È bastato che Amazon, pur avendo superato le attese sui conti, fornisse una previsione meno brillante sul trimestre in corso perché partisse la reazione negativa degli investitori.

Perché? Perché oggi non basta più “fare bene”. I titoli hanno corso tanto, sostenuti da grandi narrazioni: l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale, le economie di scala. Ma quando i numeri smettono anche solo di sorprendere, la narrativa da sola non regge più. E allora si entra in modalità “alert”. Ogni deviazione dalla traiettoria attesa può trasformarsi in un campanello d’allarme.

É il prezzo del successo: più si cresce, più aumenta l’asticella delle aspettative. E il mercato, soprattutto in questa fase, non è disposto a tollerare variazioni sul copione. Anche quando, numeri alla mano, le aziende continuano a macinare risultati da manuale.

Fonte dati: IlSole24Ore

Tags: